#ignoranza positiva
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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“Elogio dell'ignoranza e dell'errore” di Gianrico Carofiglio. Una celebrazione della crescita attraverso le imperfezioni. Recensione di Alessandria today
Biasimare l’errore e stigmatizzare l’ignoranza sono spesso considerate pratiche necessarie e virtuose nella società contemporanea.
Biasimare l’errore e stigmatizzare l’ignoranza sono spesso considerate pratiche necessarie e virtuose nella società contemporanea. Gianrico Carofiglio, nel suo nuovo saggio “Elogio dell’ignoranza e dell’errore”, pubblicato il 29 ottobre 2024 da Einaudi, smonta con eleganza questi pregiudizi, proponendo una riflessione che intreccia filosofia, scienza, arte e sport per dimostrare come le…
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unpensieroallavolta · 5 months ago
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L'etica dell'uomo che torna alla caverna
Il mito della caverna di Platone è una potente allegoria della conoscenza e della verità, ma nasconde anche una profonda riflessione sull'etica. L'uomo che riesce a uscire dalla caverna, scoprendo la verità al di là delle ombre, affronta un dilemma morale cruciale: tornare nella caverna per liberare gli altri o rimanere fuori, godendo della sua nuova comprensione del mondo?
Platone suggerisce che chi conosce il Bene è moralmente obbligato a condividerlo. La vera conoscenza trasforma l'individuo, rendendolo incapace di ignorare il bisogno degli altri di essere liberati dall'ignoranza. Il filosofo, in questo contesto, non solo possiede la verità, ma è anche eticamente vincolato a guidare gli altri verso di essa. Tuttavia, questo compito non è privo di rischi: chi cerca di illuminare coloro che sono ancora intrappolati nelle ombre può incontrare resistenza, incomprensione o persino ostilità. Il ritorno alla caverna diventa quindi un atto di altruismo, un sacrificio personale per il bene comune.
L'innocenza di coloro che non ne sono mai usciti
Coloro che rimangono nella caverna, osservando solo ombre e riflessi, vivono in una condizione di innocenza. Essi non sono colpevoli della loro ignoranza; la loro realtà è tutto ciò che conoscono. Per Platone, questa innocenza non è però una condizione positiva, ma una limitazione che impedisce all'individuo di raggiungere il suo pieno potenziale. Tuttavia, non possiamo condannare chi non ha mai visto la luce per non averla cercata: la loro condizione è il risultato delle circostanze e non di una scelta consapevole.
Questa innocenza comporta anche una resistenza naturale al cambiamento. Quando l'uomo liberato torna nella caverna per condividere la verità, incontra spesso scetticismo e paura. La familiarità delle ombre è più rassicurante della sconosciuta realtà al di fuori della caverna. Comprendere questa innocenza significa riconoscere che la strada verso la conoscenza non è lineare né semplice, e che l'ignoranza è spesso protetta da barriere psicologiche ed emotive che richiedono pazienza e comprensione per essere superate.
La complessità dell'istruzione di coloro che non conoscono
L'educazione di coloro che sono ancora nella caverna è un'impresa complessa e delicata. Non si tratta semplicemente di fornire informazioni o di rivelare una verità preconfezionata. Il vero compito dell'educatore, secondo Platone, è guidare gli altri lungo un percorso di scoperta personale, aiutandoli a mettere in discussione le loro percezioni e a sviluppare una comprensione più profonda della realtà.
Questo processo richiede tempo, empatia e la capacità di adattarsi al ritmo dell'altro. L'educatore deve essere in grado di affrontare la resistenza iniziale e di creare un ambiente in cui l'apprendimento possa avvenire in modo naturale e volontario. Non tutti sono pronti a uscire dalla caverna allo stesso modo e allo stesso tempo. La complessità dell'istruzione sta proprio nel riconoscere e rispettare queste differenze, fornendo gli strumenti necessari affinché ogni individuo possa, alla fine, trovare la propria via verso la luce.
Il mito della caverna, quindi, non è solo una metafora della conoscenza, ma anche un potente invito a riflettere sull'etica dell'educazione e della liberazione dall'ignoranza. Il filosofo che torna nella caverna lo fa con un senso di responsabilità morale, consapevole della complessità del compito e dell'innocenza di coloro che ancora non conoscono. Il suo obiettivo non è solo quello di impartire la verità, ma di creare le condizioni affinché ciascuno possa scoprirla per sé, rispettando i tempi e i processi personali. In questo modo, la vera educazione diventa un atto di amore e di servizio verso l'umanità.
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alephsblog · 7 months ago
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“A ottantasette anni compiuti, ovunque celebrato tra i più acuti epistemologi dei nostri giorni, Michel Serres rivendica per sé un unico privilegio: sconfessare motivatamente chiunque deprechi il presente in nome di un passato migliore. Catastrofisti e declinisti di ogni risma sono avvertiti. Non sarà consentito loro alcun vagheggiamento del buon tempo andato. Ogni nostalgia del «prima» dovrà mostrare il proprio volto ipocrita di difesa di prerogative acquisite e chiusura preconcetta al nuovo. Così Vecchio Brontolone, eroe negativo di questo pamphlet, è incalzato senza tregua dal suo coetaneo Serres, che gli fa sgranare le litanie edulcoranti dell'«eh, una volta sì che...», per il gusto di rivoltarle una a una. Figlio della profonda provincia francese, Serres li ha vissuti, quei tempi decantati, ma a differenza della gran parte dei professori suoi colleghi ha conosciuto la guerra mondiale e coloniale, la malnutrizione, la durezza del lavoro che sfiancava il corpo, la difficoltà degli spostamenti, l'esistenza stentata in ambienti malsani, dove alle donne erano riservati perlopiù sudore, sottomissione e ignoranza. Le conquiste di civiltà tanto macroscopiche quanto sottovalutate dai passatisti - il balzo della speranza di vita, la sensibilità ecologica, la parità di genere, i progressi giganti dell'igiene e della medicina - sono perfettibili, certo. Ma perché dimenticare gli oltre settant'anni di pace, condizione eccezionale nella storia d'Europa? Serres e la sua giovanissima eroina positiva, Pollicina, che con il cellulare tiene in mano il mondo intero, parteggiano per una vita dolce e lieve, solo adesso possibile. Se è ottimismo, non presenta però tratti di ingenuità. È combattente, argomentato, trascinante come il brio occitano di una prosa che non ha eguali.”
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franronc · 2 years ago
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Nobili o ignobili? Dipende solo da noi.
Infatti, “non c’è nulla di nobile nell’essere superiore ad un altro uomo. La vera nobiltà consiste nell’essere superiore alla persona che eravamo ieri”.
Queste belle parole del poeta e letterato inglese Samuel Johnson ci spingono a riflettere, partendo da una considerazione di carattere etimologico.
Il termine latino “nobilis” deriva dal verbo “gnoscere”, cioè il nostro “conoscere”.
Nella Roma repubblicana, quanti occupavano degnamente le più alte cariche dello Stato acquisivano notorietà pubblica, ovvero “si facevano un nome”, si costruivano una fama, non per i loro natali o un malinteso concetto di “sangue blu”, bensì per meriti propri.
Ciò dava loro il diritto di farsi ritrarre in immagini che sarebbero rimaste appese nelle loro abitazioni fino alla morte, per poi essere condotte in corteo ed esposte al pubblico durante i funerali e anche oltre, in modo da perpetuare nel tempo la memoria di quelle “gentes” che in tal modo diventavano “(g)nobiles”, degne cioè di essere conosciute, insigni, meritevoli di rispetto.
Esattamente all’opposto stavano gli “ignobiles”, coloro che nessuno conosceva, o meglio, si sarebbe fatto meglio ad ignorare, perché per mancanze proprie, colpa o demeriti nel corso della loro vita non avevano concluso niente di buono, sempreché non avessero addirittura combinato qualcosa di grave, macchiandosi magari di un crimine.
Così, come ci ricorda Samuel Johnson, la vera nobiltà non è fondata su origini dinastiche, bensì quella che tutti ci possiamo conquistare giorno dopo giorno, a condizione però di intraprendere un percorso migliorativo, di rimetterci continuamente in gioco.
Questo può avvenire in vari modi, non esclusivi, ma anzi combinati fra loro: lo studio, la dedizione alla famiglia e al lavoro, la pratica dell’onestà, il rispetto del bene comune e della natura, l’empatia che ci permette d’interagire positivamente col prossimo, l’attenzione verso le persone in difficoltà, il sapersi accontentare…
Al contrario, certo non con lo sfoggio di titoli onorifici che sanno tanto di “Ancien Régime” o, nel caso di certi mitomani, sono addirittura inventati, ognuno di noi può costruirsi la propria nobiltà, qui da intendersi nel senso letterale di “buon nome”, “fama positiva”.
Quanto invece ai tanti “ignobiles” che ci circondano, coloro cioè che per comportamenti, arroganza, ignoranza o volgarità provocano disgusto e sdegno, la soluzione migliore consiste nell’ignorarli, o meglio nel “non conoscerli”, come l’etimologia del termine ci suggerisce.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Samuel Johnson”, 1772, di Joshua Reynolds, National Gallery, Londra.
(Testo di Anselmo Pagani)
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theshitiseverywhere · 3 years ago
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stasera serata di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. volevo contare quanti uomini c'erano in sala ma mi sono seduta in terza fila e all'uscita non ho fatto in tempo, da una rapida occhiata mi sembravano comunque pochi. ci tenevo a fare questa osservazione perché, come poi hanno detto, la violenza sulle donne è un problema di tutti, non solo delle donne.
è stato forte, per poco non mi è scesa la lacrima. sono contenta che si organizzino queste serate e se ne parli, vorrei tanto che se ne parlasse anche e di più nelle scuole perché è là che parte tutto, è in quel momento della vita che si vivono i traumi, che si ricordano le cose, che si radicano le convinzioni, che si plasma la nostra mentalità. e io sono fermamente convinta che la cosa necessaria sia proprio un cambio di mentalità. se si cresce in un clima di ignoranza, dove non si favorisce il dialogo e l'ascolto, è difficile non crescere nelle paure. e la paura genera violenza, in tutte le sue possibili forme, sia quelle più evidenti e gravi che quelle impercettibili agli occhi degli altri.
a volte, rileggendo a mente lucida e più serena le cose che scrivo su mio padre, mi chiedo se sono io che tendo ad esagerare quando succedono certe cose oppure se è leggittima l'intensitá della rabbia che provo nei suoi confronti. questa domanda rimane sempre senza risposta ma stasera ho interiorizzato il concetto che anche solo farsi le domande, essere consapevoli e conoscere è una cosa positiva.
#pt
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kon-igi · 5 years ago
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CI TENEVO A FARE CHIAREZZA SU DUE FRAINTENDIMENTI COMUNI
La carica virale diminuita e gli asintomatici contagiosi.
Quando si afferma che la carica virale è diminuita non significa che il virus sia mutato e adesso sia diventato più debole (ai fini della virulenza intrinseca il virus è uguale identico... sono mutati solo alcuni tratti ‘estetici’): significa che rispetto al picco pandemico di Marzo/Aprile/Maggio, il deposito medio di virus nel rino-oro-faringe dei contagiati è minore, quindi è minore la possibilità di sviluppare il Covid-19 o - nel caso in cui - che questo esiti in in una forma grave.
Questo perché la gente sta distante, mette la mascherina e ha smesso di andare nei pronto soccorso per cagate pretestuose, quindi le infezioni circolanti sono più lievi (meno virus --> Covid-19 meno grave) e si sviluppa immunità. Anche di gregge... sebbene questa informazione possa essere estrapolata solamente incrociando i dati di un grande numero di tamponi (soggetti infetti) con un grande numero di test sierologici (soggetti immuni). A questo servono tali esami E BASTA.
Sulla bagarre asintomatici contagiosi VS asintomatici non contagiosi si è assistito al solito misto pisto di protagonismo, ignoranza e desiderio di proteggere dalla verità gli stupidi che sennò fanno le grigliate in centomila scatarrandosi a vicenda nel naso.
Badate bene ai due attori di questo fraintendimento molto mediatico e cosa hanno detto: la tizia dell’OMS e alcuni medici italiani.
La prima - Maria Van Kerkhove - ha affermato che ‘È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus’, un modo molto tranchant (era un briefing) di riferirsi a una serie di studi incrociati con alcune evidenze cliniche. 
La levata di scudi dei secondi è stata feroce - io ci vedo quel protagonismo di cui sopra misto alla solita paura del ‘tana libera tutti!’ - tant’è che poi la Van Kerkhoveha ha dovuto specificare:
 ‘È necessario fare una differenza tra quel che sappiamo, quel che non sappiamo e quel che stiamo ancora cercando di capire. Sappiamo che di solito le persone infettate dal coronavirus Sars-CoV-2 sviluppano i sintomi, ma in una piccola parte dei casi ciò non avviene. Sappiamo anche che la maggior parte delle infezioni è provocata da pazienti sintomatici che contagiano altre persone attraverso le goccioline di saliva infette. Ma c'è una proporzione di persone che non sviluppa sintomi e non sappiamo ancora quante siano, potrebbero essere dal 6% al 41% della popolazione che si infetta, a seconda delle stime. Sappiamo che alcuni asintomatici possono trasmettere il virus, ma dobbiamo ancora chiarire qual è il loro numero’.
Un discorso molto calibrato e politicamente corretto per mascherare e rendere accettabile quanto affermato precedentemente cioè che sommando il numero dei contagiati asintomatici, la carica virale diminuita del loro virus e la loro bassa capacità di infettare È MOLTO RARO CHE UNA PERSONA ASINTOMATICA POSSA TRASMETTERE IL CORONAVIRUS.
Tant’è che la quasi totalità dei contagi è avvenuta in ambito sanitario (ospedali e RSA) quando i pazienti con Covid-19 erano ancora gestiti in modo non differenziato e rimanevano a stretto e prolungato contatto con altri pazienti fragili e predisposti. E con gli operatori, all’inizio non adeguatamente protetti.
Come al solito l’aneddotica personale perde sempre di fronte alla EBM (Evidence-Based Medicine) però sappiate che un 50% di infermiere e Operatrici dell’RSA dove lavoro è risultata positiva al test sierologico venoso per Sars-Cov2 e la metà di queste positive lo è anche al tampone, senza alcun sintomo di Covid-19. 
Nessuna di queste ha infettato alcunchì, nonostante le loro abitazioni fossero piccole, i familiari tanti e non indossassero le mascherine una volta tornate a casa.
Io un’idea me la sono fatta e sarebbe bello che le persone potessero ragionarci serenamente sopra senza scannar(mi)si e soggiornando in quella terra di pace intellettuale che si trova tra il sacro terrore agorafobico e l’affollata grigliata tossicchiante dall’estetista.
Ma vabbe’... facciamo che ‘la vita dell’orologio d’ebano disparve con quella dell’ultimo di questi uomini del piacere e le fiamme del treppiede spirarono. E le Tenebre, la Rovina e la Morte Rossa stabilirono sopra tutte le cose il loro illimitato impero’, così nessuno si fa la bua.
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veronica-nardi · 4 years ago
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Meteor Garden Commento
Il 22 giugno sarà sempre una data speciale per me, una sorta di anniversario di matrimonio, perché sento di essermi sposata con il mondo delle serie asiatiche questo preciso giorno dell'anno scorso. Mea culpa, mancai di fare il commento di questa serie l'anno scorso, all'epoca non li facevo ancora, quindi all'alba del 22 giugno ho approfittato dell'occasione per festeggiare l'anniversario, e per scrivere il commento una volta rivista la serie.
Meteor Garden è stata la prima serie asiatica che ho visto, e sono molto felice che proprio questa sia stata la prima. È stata un'ottima prima volta. Sarà sempre una serie molto speciale per me, non potrò mai dimenticarla perché il primo amore non si scorda mai.
Devo ringraziare @dilebe06 per avermi parlato di questa serie e per avermi chiesto di darle una possibilità, senza di lei non mi sarei mai avvicinata a questo mondo, e meno male che le ho dato retta.
Devo però essere sincera: non avevo delle alte aspettative nei confronti di questa serie, perché pensavo (nella mia ignoranza) che i prodotti asiatici non avessero molto valore. Ho accettato di vedere Meteor Garden perché gentile come sono non avevo il coraggio di rifiutare, e @dilebe06 sembrava tenerci tanto, quindi l'ho iniziata.
La prima puntata, me lo ricordo ancora, è stata stranissima. Non ero per nulla abituata al mondo asiatico, e quindi all'inizio è stato molto strano per me.
Non ricordo invece di aver avuto particolari problemi con la lingua: non avevo mai sentito il cinese in vita mia, eppure i suoni di questa lingua (che ora adoro) mi sono diventati orecchiabili nel giro di poco.
E anche la serie è riuscita a conquistarmi in pochi episodi. All'inizio pensavo che Daoming Si fosse un pazzo scatenato che dovesse essere rinchiuso, e questo ha contribuito a non far nascere subito in me l'amore per questa serie, ma è stato proprio lui a farmi innamorare di Meteor Garden, ricordandomi anche che i pregiudizi sono inutili e che l'apparenza inganna.
Ad oggi Meteor Garden continua ad essere una serie che amo tantissimo, bensì sia consapevole che non sia affatto un capolavoro, ma se di questa storia hanno fatto 4/5 versioni differenti un motivo ci sarà.
Meteor Garden è una serie che consiglio, e a chi si imbatte in questa serie per caso o decide di vederla, consiglio di munirsi di fazzoletti e a prepararsi a vivere mille emozioni diverse, dal divertimento al pianto, dalla spensieratezza alla tensione, dalla tenerezza alla rabbia.
Personalmente, questo rewatch mi ha fatto piangere forse addirittura di più della prima visione, e non saprei bene dire perché. Forse perché sapevo già che a una certa sarebbe arrivata un'angst feroce, e quindi già mi veniva da soffrire.
Ho impiegato esattamente un mese per fare questo rewatch, ed è stato un viaggio stupendo. Non so se ogni anno festeggerò l'anniversario rivedendo Meteor Garden, perché 49 episodi seppur non molto lunghi sono comunque 49 episodi (le serie cinesi sono infinite), ma ammetto che è una tradizione che mi piacerebbe prendere.
La cosa positiva dell'alto numero di episodi è che la storia ha tutto il tempo di essere raccontata, le evoluzioni dei personaggi tutto il tempo di essere sviluppate, e fare le cose di fretta è pressoché impossibile.
A sentire la trama questa serie non sembra molto entusiasmante: la protagonista è una normalissima ragazza di nome Shancai che comincia l'università, dove incontra i quattro ragazzi più belli e popolari della scuola, e all'apparenza anche arroganti, sopratutto il "capo". Inutile dire che le vite di questi personaggi si intrecciano fin dall'inizio, ed è inutile anche dire che Shancai sconvolge e cambia per sempre la vita dell'arrogante Daoming Si.
Nonostante sia presente un buon potenziale second lead (che però devo escludere dal quiz finale perché i rewatch non valgono, MANNAGGIA), è infatti palese fin dall'inizio con chi finirà Shancai (anche perché la sigla spoilera senza ritegno), ma la serie rimane comunque godibilissima, perché la storia d'amore di Daoming Si e Shancai è bella, divertente, emozionante, frustrante, triste, difficile.
E personalmente sono queste le storie d'amore che mi piacciono di più, quelle difficili. Quelle in cui devo tifare col cuore in gola affinché i protagonisti si mettano insieme, perché se è tutto troppo facile che divertimento c'è?
Ma Meteor Garden non è solo Daoming Si e Shancai. La serie si prende il tempo di approfondire e raccontare anche le vicende di altri personaggi, e questo lo trovo molto giusto nei loro confronti.
La serie è poi accompagnata da una colonna sonora MERAVIGLIOSAMENTE BELLA. Ho visto Meteor Garden un anno fa, ed è un anno che io ascolto le Ost di questa serie, continuando a godermele e a emozionarmi.
Non è invece stata altrettanto bella la moda messa in scena da questa serie. Sopratutto Meizuo è stato per me un pugno negli occhi più di una volta con le sue vestaglie improponibili. Il vestito indossato da Shancai per il compleanno di Jing poi, sembrava una camicia da notte. Pure Daoming Si a volte ha sfoggiato dei pantaloni che mi hanno fatto pensare solamente una cosa: "perché?"
Detto ciò, sembra che io abbia già finito, e invece no, questa era solo l'introduzione. Ora è il momento di andare nel dettaglio, con relativi spoiler.
Shancai
Shancai è stata una buona protagonista: una ragazza normale, con abilità nella norma e proveniente da una comune famiglia che comincia il viaggio dell'università come tanti altri, ma mostrandosi fin da subito molto determinata, dignitosa e pronta a farsi valere.
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Ho personalmente un problema con questa protagonista: i miei sentimenti verso di lei sono bipolari. Ci sono stati momenti in cui l'ho amata alla follia e ho empatizzato tantissimo per lei, e momenti in cui mi ha fatto venire il latte alle ginocchia e voglia di prenderla a badilate sulle gengive dei denti.
Ma non sono io la pazza (almeno spero), è proprio la scrittura del personaggio che si contraddice da sola: da una parte ci viene presentata come una ragazza capace di tenere testa a chiunque, una ragazza combattiva e che si fa rispettare, e poi ci sono volte in cui il suo spirito guerriero magicamente sparisce e questa mi diventa una zombie che fatica a mettere insieme tre parole.
A questo punto mi chiedo: che è successo? Perché non parla? Perché non si spiega? Perché se ne sta lì con quella faccia da ebete?
Fosse una ragazza da sempre timida e riservata potrei capire, ma non è così che ci è stata presentata, ed è qui che mi fa arrabbiare. Perché sono convinta che tutti i momenti in cui è stata zitta e non ha spiegato come stavano davvero le cose, siano stati fatti apposta per creare fraintendimenti e allungamenti di brodo, un giochetto di sceneggiatura che amo molto poco perché ne va a risentire la caratterizzazione del personaggio.
Ma devo ammettere che l'ho davvero amata tutte le volte che si è fatta valere, quando si è messa in gioco, quando non si è lasciata calpestare, quando ha deciso di essere "egoista" e inseguire la propria felicità. In tutti questi momenti è davvero impossibile non fare il tifo per lei.
Shancai poi, da brava protagonista qual è, possiede alcune caratteristiche tipiche dell'eroe: è buona, gentile, lavora sodo, non medita vendetta e non porta rancore, ha un forte senso di giustizia ed è pronta a farsi da parte per proteggere i suoi amici. È molto facile empatizzare per lei.
Non spicca però per intelligenza, anzi a volte pare proprio stupida tanto che la vorresti prendere e dirle "ma ci sei o ci fai?". Inoltre è maldestra e sbadata.
Una buona protagonista, ma di cui non sono proprio innamorata.
Daoming Si
Il fatto che sia riuscito a conquistare il premio di protagonista maschile preferito nel quiz dell'anno scorso, già dice quanto io ami questo personaggio.
Mi ha fatta arrabbiare, mi ha emozionata, mi ha fatta piangere, mi ha fatta ridere. Ma soprattutto mi ha resa orgogliosa di lui. Perché Daoming Si è il personaggio che compie l'evoluzione più bella, profonda e completa di tutta la serie, cosa che mi rende molto fiera e felice.
La prima volta che ho visto Daoming Si mi ha fatto quasi paura: non mi piacevano i suoi modi di fare di chi si impone e non ascolta, il suo comportamento arrogante e prepotente, e nemmeno il suo sguardo arrabbiato. Era evidente che avesse dei problemi e che avrebbe dovuto mettere la testa a posto, prima di tutto per se stesso, e poi per riuscire a conquistare Shancai.
Ma Daoming Si non ha impiegato molto per stupirmi: già nell'arco dei primi dieci episodi si dimostra capace di atti gentili e generosi che mi hanno addirittura commossa. Ho quindi capito che non fosse un ragazzo cattivo, ma solo molto viziato, abituato da sempre ad avere tutto ciò che vuole, privo di un'educazione affettuosa e autorevole (attenzione, non autoritaria), e tanto arrabbiato con il mondo intero.
Piano piano si viene a conoscenza della sua storia e della sua situazione famigliare, e nonostante Daoming Si abbia centinaia di colpe, si comincia a empatizzare anche per lui.
Penso che la sua evoluzione sia stata scritta veramente bene, sviluppata e ponderata nel tempo. Ricordo molto bene quando arrivai agli episodi finali l'anno scorso: nel vedere Daoming Si chiamare "mamma" la madre di Shancai, e rassicurare e incoraggiare il padre di lei, non riuscii a trattenere la commozione. Ricordo che pensai: "chi l'avrebbe mai detto che da ragazzo svitato qual era sarebbe diventato così maturo e gentile."
Daoming Si ne fa di strada. La sua evoluzione è bella perché è a tutto tondo: si evolve come persona, come fidanzato, e anche dal punto di vista del lavoro. Disinteressato al Gruppo Daoming e abituato a non lavorare, si trasforma in un giovane dirigente promettente e brillante, pronto a prendere in mano l'azienda di famiglia e a rivoluzionarla completamente.
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L'evoluzione della sua maturità è evidente alla fine della serie, tuttavia mi piace come rimanga sempre un po' un "cazzone" fino all'ultimo episodio. Capace di far sorridere lo spettatore, e allo stesso tempo portarlo a riflettere. Per me un personaggio così è top.
Daoming Si e Shancai
Anche se non l'ho premiata come ship preferita dell'anno nel famoso quiz (perché come poteva battere la WangXian?), questa coppia l'ho davvero adorata, e l'adoro tuttora. È una coppia che affronta le differenze che portano ad allontanarli, mille prove e ostacoli, e alla fine vince su tutti.
Anche qui, l'evoluzione della loro storia è fatta bene, per nulla frettolosa, anzi forse l'hanno tirata un pochino per le lunghe: insomma, Shancai che per 3/4 episodi non riesce a dire "ti amo" a Daoming Si (il perché non ci riesca Dio solo lo sa), è palesemente un allungamento di brodo.
Pensandoci, mi è sorta una domanda: perché Daoming Si si è innamorato di Shancai? Lui è il primo a innamorarsi, e si innamora follemente, mentre l'innamoramento di Shancai va di pari passo con l'evoluzione di lui, e c'è da chiedersi che cosa abbia visto in questa ragazza per decidere che è la donna della sua vita.
La serie stessa pone questa domanda: Shancai chiede a Daoming Si perché abbia scelto proprio lei nonostante sia una ragazza dalla bellezza ordinaria e proveniente da una famiglia ordinaria. La cosa bella è che nella scena in questione Daoming Si se ne esce con una battuta evitando di rispondere alla domanda, e mi viene da ridere perché sembra che la stessa sceneggiatura non sappia cosa rispondere.
Ma lo sappiamo tutti che Daoming Si si è innamorato di Shancai nel momento in cui lei lo ha messo ko nel primo episodio, guadagnandosi l'appellativo di Signorina Calcio Volante XD. Battute a parte, a Daoming Si piace davvero lo spirito combattivo di Shancai. All'inizio ha provato a controllarlo o anche a sottometterlo, e il fatto che Shancai non sia strisciata ai suoi piedi l'ha solo attratto di più. Voleva domare lei, alla fine ha domato se stesso.
Verso la fine poi, Daoming Si confida al padre di Shancai di essersi innamorato della figlia per i suoi valori, facendo complimenti al genitore per averle insegnato così bene.
Prima di incontrare Shancai, Daoming Si era abituato a tre cose:
- ad avere ragazze urlanti ai suoi piedi.
- a non conoscere altro che una vita agiata, comoda e di lusso.
- ad avere una famiglia fredda e distante.
Quando Shancai entra nella sua vita, gli fa conoscere un mondo che semplicemente non ha mai conosciuto:
- Shancai non gli sbava dietro solo perché è bello e popolare: la sua amicizia te la devi guadagnare.
- Shancai vive una vita difficile e faticosa e vive in un quartiere povero. Per ottenere qualcosa, deve lavorare sodo.
- la famiglia di Shancai è simpatica, umile e calorosa.
Tutto ciò è come una ventata d'aria fresca per Daoming Si, che da ragazzo arrogante e viziato si trasforma in un giovane uomo più alla mano, pronto a lavorare sodo per rimettere in piedi l'azienda di famiglia.
Shancai invece si innamora di lui perché più le sta vicino, più Daoming Si cambia in meglio. Il suo carattere si addolcisce, comincia a sorridere di più, diventa più empatico, impara ad ascoltare e a rispettare i sentimenti degli altri.
Shancai ci mette molto tempo a innamorarsi e molto tempo ad ammetterlo, ma quando decide che non può più voltare le spalle a quello che prova, nessuno può farla crollare.
Il corteggiamento di Daoming Si è incrollabile e spietato, sono varie le scene di dichiarazione d'amore, tutte molto belle: la pioggia di stelle cadenti, la scena dell'autobus... sono solo alcuni esempi.
Ultima cosa: questa coppia invece che farsi complimenti comunica insultandosi. Si danno della stupida e dello stupido in continuazione, Shancai gli dà del cane e della testa ad ananas, Daoming Si poi se la mette sotto braccio e se la trascina via manco fosse il suo cagnolino.
Ma giuro che ci sono anche scene romantiche XD.
Gli F4
Quest'anno sto mettendo insieme una collezione di bromance una più bella dell'altra. Quella di My Country ormai è sotterrata nel suo stesso bipolarismo (scusate ma mi viene naturale perculare quella bromance).
Gli f4 sono una bromance davvero molto bella: quattro giovani ragazzi ognuno con la propria personalità uniti da un forte senso di amicizia.
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Di loro mi piacciono due cose:
- la prima è che ognuno di loro è caratterialmente forte e diverso dagli altri, la loro è una relazione equilibrata e variegata.
- mi piace come siano sempre presenti quando uno di loro ha bisogno degli altri tre, dimostrando di esserci nei momenti importanti, ma la cosa bella è che ci sono volte in cui si ignorano, si prendono in giro, si rimproverano a vicenda, discutono o addirittura litigano, dimostrando di avere più sfaccettature di quanto si possa pensare.
Voglio menzionare il bellissimo discorso di incoraggiamento che tiene Ximen davanti agli studenti sul finire della serie, un elogio alla meravigliosa amicizia di questi quattro ragazzi, che tra alti e bassi sono cresciuti e maturati insieme.
Daoming Si e Huaze Lei
Come se la bromance di gruppo non fosse abbastanza, la serie mi regala altre due bromance, dividendo il quartetto in due coppie adorabili.
Non so come la relazione tra Lei e Daoming Si sia stata scritta nel manga, ma so che in questa versione cinese la loro relazione mi piace un sacco.
Un rapporto che trova radici nella loro infanzia, quando Daoming Si era un bambino problematico che non sapeva come fare amicizia con gli altri. Mi è rimasto impresso l'episodio del giocattolo di Spiderman, cosa per cui anni dopo Daoming Si trova il coraggio di scusarsi meglio tardi che mai.
MA CAVOLO, DAOMING SI, SE MI AVESSI ROTTO IL MIO GIOCATTOLO PREFERITO AVREI PIANTO PER UN MESE, E UN CORNO SAREI RIMASTA TUA AMICA!! 😤😤
HUAZE LEI È TROPPO BUONO.
La verità è che Lei già a quell'età era abbastanza maturo da capire che Daoming Si non era un bambino cattivo, e che cercare di appropriarsi del giocattolo finendo per romperlo non lo aveva reso né soddisfatto né felice. Lei è rimasto suo amico sapendo che un giorno si sarebbe scusato.
Ma la loro amicizia rischia davvero di distruggersi con l'arrivo di Shancai, che all'inizio non si fila Daoming Si, ma ha tutti gli occhi a cuore per Lei, che però è innamorato di Jing (Beautiful levati).
Ricordo di aver pensato che Lei provasse davvero un interesse oltre l'amicizia per Shancai, invece si fa sempre da parte per il suo amico che lui chiama fratello, e non perché rinuncia a Shancai, ma perché per Lei Shancai è solo una tenera amica.
Le scene tra Lei e Daoming Si nella stanza da letto sono adorabili e divertenti. Il rapporto tra i due è fatto di alti e bassi e a volte la tensione tra loro è molto alta, ma è evidente che il loro sia un rapporto "speciale".
Non ricordo l'anno scorso, ma nel rivedere la serie davanti a certi loro sguardi mi è venuto da shipparli (sì, shipparli). Lo stesso Daoming Si afferma che tra lui e Huaze Lei c'è "vero amore".
Meizuo e Ximen
Se Lei e Daoming Si sono quelli che portano tensione nella serie, questi due, quando sono insieme, portano risate e divertimento.
Giuro che li ho ADORATI tutte le volte che hanno perculato Daoming Si e Shancai quando si beccavano tra loro. Sono stati esilaranti.
La scena poi in cui spiegano a Daoming Si come deve essere l'appuntamento perfetto, è oro colato.
Huaze Lei
+ Jing e Shancai
È arrivato il momento di parlare del mio personale eroe e personaggio preferito di questo rewatch.
Ebbene sì, non me lo sarei mai aspettato, ma Lei è stato incredibile ai miei occhi, mi è piaciuto tantissimo. Vogliamo parlare di come sia un tesoro di amico? Guardando la serie ho pensato di come vorrei un amico come Lei nella mia vita.
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Penso che Lei sia stato un amico vero e prezioso per Shancai. La loro relazione è tenera e dolce, ma non in senso romantico, è solo una bellissima e calorosa amicizia. Lei si preoccupa per Shancai, la difende, la protegge, la sostiene. Per Lei, come dice lui stesso, Shancai è come un animaletto per cui si preoccupa sempre. Infatti non ci pensa due volte a volare a Londra per assicurarsi che Shancai sia sana e salva dopo che non riceve più sue notizie, e questo è solo un esempio.
Lei parte come un ragazzo distaccato, il più silenzioso degli F4, un po' noioso, un dormiglione, che non si cura degli affari degli altri. Quest'ultima cosa è ciò su cui cambia davvero, sopratutto nei confronti di Shancai.
Ho amato Lei quando dichiara di volersi fare avanti per conquistare Shancai, costringendo Daoming Si a riconoscere i suoi sentimenti. Non voleva "rubare" la ragazza al suo amico, quando è stato duro con Daoming si non l'ha fatto per cattiveria, quello che ha fatto ha avuto l'unico scopo di spingere insieme i suoi due più cari amici.
HUAZE LEI CAPITAN SHIPPER DELLA SERIE, ADOROOOOO!!!!!! ❤❤❤
Quando il personaggio di Lei si collega a quello di Jing, è dove lo trovo più umano: le sue lacrime, la delusione, il dolore per la rottura che pare non finire mai, rivolgere una certa attenzione a Shancai per distrarsi dal pensiero di Jing...
Riguardo Jing, dunque, il personaggio in sé mi è piaciuto. Posso solo ammirarla nella sua scelta di rifiutare l'eredità di famiglia per aiutare i poveri, una scelta sofferta ma fedele ai suoi principi. Ovviamente Lei ne esce con il cuore spezzato, e io non posso fare a meno di dispiacermi un sacco per lui.
Ma il pezzo in cui mi è piaciuto più di tutti è quando ammette con Shancai di essersi pentito per non aver lottato di più, di aver rinunciato a Jing facilmente, di non aver provato a resistere ancora un po'. Questo è quello che darà il coraggio necessario a Shancai per scendere da quell'autobus e correre incontro a Daoming Si.
La sua debolezza e il suo rimpianto lo rendono incredibilmente umano, e adoro come la relazione tra lui e Jing non sia finita come una fiaba: Jing afferma che per lei il suo sogno è più importante dell'amore, e che non permetterà a quest'ultimo di intralciare la sua strada. Così dice, così fa. Come ho detto, Jing è una persona fedele a se stessa, e so che può risultare egoista, ma ci vuole anche molto coraggio a compiere queste scelte.
Se fosse stata una fiaba, avrebbero trovato il modo di farli finire insieme, conciliando amore, sogni e lavoro. Sono molto contenta che i due siano rimasti separati, e non perché sono stronza, ma perché l'amore non sempre è una cosa semplice e a volte nella vita è davvero molto difficile riuscire a rimanere forti.
Pensandoci, la coppia di Lei e Jing la trovo più umana e realistica della ship principale.
Meizuo + Caina
Dunque, Meizuo è forse il più carino degli F4. Carino come modi di fare intendo. È un bravo ragazzo, gentile, per bene, sorridente, simpatico, intelligente, e di certo sa come corteggiare la donna che gli piace.
Mi sono un po' innamorata di lui rivedendo la sua storyline, che mi è piaciuta davvero un sacco. A quanto pare non se la fila nessuno, e io stessa l'anno scorso non ero molto interessata a sorbirmi le vicende di Meizuo, Caina e Terence, tutto quello che volevo sapere era come sarebbero andate le cose con Daoming Si e Shancai.
Ma quest'anno, avendo già visto la serie e sapendo già cosa sarebbe successo, mi sono ritrovata a godermi le storyline secondarie mille volte di più. Inoltre sono molto contenta che tutti i personaggi, e non solo i due protagonisti, abbiano avuto i loro spazi per essere approfonditi. Lo trovo molto giusto ed equilibrato.
Meizuo incontra per la prima volta Caina alla gara di cucina, dove lei partecipa, e ne rimane subito conquistato, tanto che si mette a fare il tifo per lei invece che per Shancai.
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A un primo sguardo, Caina sembra una ragazza molto sicura di sé, ogni cosa di lei lo dice: la testa alta, il modo in cui sorride come se avesse già la vittoria in tasca, uno sguardo che non si lascia intimorire da nessuno, il modo di camminare. Sembra quasi arrogante. Inoltre si capisce bene dal suo modo di vestire e dalla casa in cui vive, che la sua famiglia deve essere abbastanza ricca, anche perché viene menzionata una certa azienda.
Perché ha lasciato Terence da solo in quella tenda come aver passato del tempo piacevole in sua compagnia? Perché ha avuto paura. Paura che lui non provasse le stesse cose, che non volesse quello che voleva lei. Lei stessa non era sicura del proprio amore, così, non avendo il coraggio di affrontare la situazione, è riuscita solo a scappare, lasciando Terence confuso e pieno di dubbi.
Ma Caina è tutta apparenza. La sua sarà anche una casa vittoriana e sarà anche solita indossare tacchi e bei vestiti, ma poi la vediamo viaggiare da sola con zaino in spalla e dormire in una tenda. Non me lo sarei mai aspettata da una ragazza raffinata come lei. Inoltre, la sua sicurezza nasconde in realtà una profonda insicurezza e una certa paura di affrontare la vita.
È perfettamente normale che Terence non abbia saputo cosa pensare: lei lo ha lasciato sparendo letteralmente nel nulla, e quando la ritrova per caso tempo dopo la vede in compagnia di un altro bel ragazzo che le fa la corte.
Ma anche se c'è un altro pretendente di mezzo, Terence ci prova, non vuole rinunciare a Caina facilmente. Comincia a entrare nella sua vita con gentilezza, mettendo Caina nella posizione di dover essere chiara con i suoi sentimenti, cosa che lei non ha il coraggio di fare fino all'ultimo.
Alla fine è Meizuo a metterli insieme (il che fa di lui il capitan shipper della coppia?), consegnando a Caina la casa delle fate sull'albero che Terence ha costruito per lei. Questo è molto triste per Meizuo: ha corteggiato Caina in tutti i modi possibili, è stato carino e gentile con lei, l'ha ascoltata, l'ha fatta ridere. E alla fine si è ritrovato a spingerla tra le braccia del suo rivale.
Perché Meizuo le aveva promesso che incontrarlo sarebbe stato "l'inizio della sua felicità", ed è stato proprio così. Meizuo è riuscito a leggere nel cuore di Caina e ha capito che è con Terence che sarebbe stata felice. Rinunciare a Caina è stato un grosso sacrificio per lui, ma l'amore per lei è stato più forte dell'odio per il suo rivale.
Mi è sempre rimasto impresso quello che Terence dice a Caina quando lei lo raggiunge in aeroporto e gli chiede per quanto è disposto ad aspettarla: "Fino al giorno in cui sentirai che stare con me ti rende felice." Una dichiarazione che mi ha colpita per la semplice verità che racchiude. Davvero bella, non l'ho mai scordata.
Ximen + Xiaoyou
Ximen è quello che mi è piaciuto di meno degli F4, forse perché l'ho trovato troppo freddo, e anche a livello di recitazione è quello che mi ha convinta di meno, ma non è stato male (devo comunque fare i miei complimenti a questi attori così giovani e senza esperienza).
Ximen è il Casanova del gruppo. Affascinante e adulatore, ogni volta è in compagnia di una ragazza diversa. Non è immaturo e nemmeno superficiale, perché lo vediamo parlare anche di argomenti seri, è un buon amico, sa come si rispetta una ragazza. È solo che non crede nell'amore, un po' per via del matrimonio fallito dei suoi genitori, e un po' perché non si sente una bella persona degna di essere amata.
È Xiaoyou a riuscire a vedere la parte bella di lui e a tirarla fuori.
Xiaoyou è stato un personaggio un po' buffo e particolare per me: timida e allo stesso tempo tenace, ingenua e allo stesso tempo matura. È stato comunque un personaggio carino, una ragazza che si scopre essere molto determinata se vuole e che acquista più sicurezza ogni episodio che passa.
Inoltre è una buona amica per Shancai. Tutte le scene alla sala da tè con loro due che a volte si confidano e a volte si tengono i loro segreti come talvolta succede tra amiche, mi hanno dato un'aria di famigliarità e quotidianità.
Xiaoyou si prende una bella cotta per Ximen, e la cosa non fa impazzire Shancai, che subito si preoccupa per l'amica conoscendo bene le abitudini del ragazzo.
Ma bisogna ammetterlo: Ximen è stato molto rispettoso nei confronti di Xiaoyou. L'ha consolata e aiutata a liberarsi del suo viscido ragazzo facendo nascere in lei quella fiducia in se stessa di cui aveva bisogno, non l'ha mai ingannata e non si è mai approfittato di lei in alcun modo. È sempre stato gentile e protettivo.
Anche quando la porta in una camera d'hotel, decide di respingerla e di lasciarle il suo tempo per sentirsi pronta (MENO MALE, PERCHÉ ERO GIÀ PRONTA COL BAZOOKA).
Come Meizuo, Xiaoyou finisce col far incontrare Ximen con la sua vecchia amica di cui una volta era innamorato. Ma, appunto, una volta. Dopo tanto tempo, i sentimenti sono cambiati, e anche se la ragazza rappresenta un caro ricordo per Ximen, a lui non piace più.
Xiaoyou conquista Ximen lentamente, mettendoci tutto il suo impegno e testardaggine, e Ximen si lascia conquistare facendo cadere quella barriera che l'ha reso prigioniero di se stesso per tanto tempo.
He Yuanzi
Detta anche Scimmia, sono convinta che questa ragazza sia un po' matta (chi salta sulla schiena di qualcuno dopo cinque minuti averlo conosciuto?), ma è stato questo il bello del personaggio, che ha portato una ventata d'aria nuova nella serie.
Prima che Yuanzi entri in scena, la serie si concentra solamente sulle dinamiche litigiose di Daoming Si e Shancai, che si relazionano solo tra di loro. L'arrivo di Yuanzi porta una bella scossa, sia per i personaggi coinvolti sia per me spettatrice.
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Yuanzi si prende una cotta per Daoming Si poco dopo averlo conosciuto, le loro famiglie li vorrebbero sposati, ma Daoming Si la prende solo per una scimmia matta, e intanto Shancai guarda il tutto con aria da ebete e sguardo depresso (Beautiful levati parte 2).
In questa dinamica, penso che nessuno dei personaggi coinvolti sia privo di torti:
- i genitori. Capisco la motivazione che c'è dietro, unire le due famiglie per unire le due aziende ha perfettamente senso, ma organizzare un matrimonio tra due ragazzi che nemmeno si conoscono è una cosa da medioevo.
- Yuanzi, che non è una cattiva ragazza, ma pecca di egoismo e ipocrisia. Con quale faccia fa tanto l'amica con Shancai quando sa benissimo cosa c'è tra lei e Daoming Si? E chiedere a quest'ultimo di baciarla come segno di prova, è una cosa stupida e ingenua. Solo perché ti dà un bacio significa che è innamorato di te?
Mi sono sempre detta che Yuanzi avrebbe dovuto tirarsi indietro per permettere a Daoming Si e Shancai di stare insieme, ed è una cosa che fa soltanto alla fine, ma suppongo che sia stato difficile per lei accettare il fatto che Daoming Si non l'avrebbe mai amata. Alla fine è stata solo umana.
Ma vogliamo parlare dello scherzo che ha architettato e di come abbia portato Daoming Si e Shancai sull'isola deserta? Mi rettifico, questa non è "un po" matta, QUESTA È FUORI COME UN BALCONE.
- Daoming Si, che sembra momentaneamente accettare il suo destino accettando di uscire con Yuanzi, illudendo lei, facendo del male a se stesso, ferendo Shancai.
- Shancai, che vive tutta la situazione con l'atteggiamento più passivo che abbia mai visto. Capisco perfettamente la tensione che può provare nei confronti della madre di Daoming Si, e di come il suo mondo sia inferiore a quello di lui, ma come può stringere amicizia con Yuanzi soffrendo come un cane tutte le volte che l'amica le racconta del rapporto con Daoming Si? Capisco che non abbia ancora trovato il coraggio di farsi avanti, ma questa pare uno zerbino.
Mamma di Daoming Si
La "villain" della serie, se così si può dire. Una donna fredda, calcolatrice, senza scrupoli, agisce sempre per un secondo fine e pensa che gli altri facciano lo stesso, infatti la prima cosa che pensa di Shancai è che stia seducendo suo figlio per i soldi, e manterrà questo pensiero su di lei fino all'ultimo episodio (ricordiamocelo: fino all'ultimo episodio).
Mi piace che questa donna non sia stronza solo perché le piace esserlo, ma è sempre mossa dalle sue motivazioni.
Inoltre mi sembra importante tenere a mente che si tratta di una donna che da sola deve mandare avanti l'enorme azienda di famiglia, occuparsi degli affari, preoccuparsi dei suoi dipendenti. Ha dovuto fare tutto da sola dopo la morte del marito, il mondo degli affari è spietato, e questo l'ha indurita.
La Signora Yu racconta a Shancai di come la famiglia Daoming una volta fosse felice, ma come tutto sia diventato freddo col passare del tempo. Questo serve per capire che la Signora Daoming ha solo perso la strada e che non ricorda più cosa sia il calore di un abbraccio o la bellezza delle semplici cose della vita.
Zhuang Daoming
My Queen.
Per quanto mi riguarda, questa donna si è rubata la scena tutte le volte che era inquadrata.
Se c'è una caratteristica che accomuna la famiglia Daoming è l'essere infantili e prepotenti, tuttavia non si può negare che hanno stile da vendere.
Daoming Si... beh, è Daoming Si. La madre pare Crudelia De Mon. E Zhuang è semplicemente una leonessa fiera e bellissima.
Comunque ammettetelo: Zhuang è la figlia segreta della Signora Yu di The Untamed, oppure la Signora Yu e la Signora Daoming sono lontane cugine. Insomma ci deve essere per forza un legame di sangue, altrimenti non me lo spiego.
Battute a parte, Zhuang non è solo badass, ma si rivela anche essere una ragazza fragile e sensibile, e questo mi è piaciuto molto.
La prima impressione che ho avuto di lei è che fosse una ragazza molto tosta, forte, sicura di sé. Mi è dispiaciuto venire a sapere la sua storia, di come fosse innamorata di un ragazzo e volesse scappare con lui, finendo però per ricevere una profonda delusione per colpa delle continue pressioni della madre.
Il rapporto di Zhuang con la madre è complicato, sono entrambe due donne toste ed orgogliose, e non vanno d'accordo fino all'ultimo episodio della serie (di nuovo, ricordiamocelo: fino all'ultimo episodio).
Mi piace come Zhuang sia una grande shipper di Daoming Si e Shancai, adoro come cerchi di aiutarli pagando le guardie o quando cerca di far ragionare la madre sul finale, affermando che Shancai non mollerà perché è più coraggiosa di lei. Questo paragone che lei stessa fa con Shancai mi è piaciuto un sacco.
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Zhuang è prepotente, ma sa anche riconoscere i propri limiti o i propri sbagli, come quando riconosce di non aver saputo educare bene suo fratello essendo stata capace solamente di picchiarlo, e questa presa di coscienza è un punto a suo favore.
Signora Yu
Ok, non quella di The Untamed. La secolare domestica di casa Daoming.
Un'anziana signora severa, gentile e un po' bizzarra. Una donna che ha seguito con i suoi stessi occhi le vicende tristi e felici della famiglia Daoming, dalle nascite dei bambini alla morte del suo padrone.
Lei è la testimone numero uno di come quella famiglia sia piombata sempre di più nella freddezza, la sua malinconia e il suo dispiacere sono palesi, e comprensibili.
Mi è piaciuta molto quando si rifiuta di far alloggiare gratuitamente Shancai, che tutto è tranne una scansafatiche, quindi si mette subito al lavoro per guadagnarsi l'alloggio, il che suscita subito nella Signora Yu una certa approvazione e simpatia per la ragazza.
Il rapporto nonna/nipote che si instaura tra le due è molto carino. La Signora Yu apprezza talmente la bontà di cuore di Shancai che osa ribellarsi alla sua padrona quando questa vuole buttare fuori di casa la ragazza.
"Dovrà passare sul mio cadavere" sembra una frase di altri tempi, e che rende molto bene l'idea di quanto l'anziana signora tenga a Shancai e all'influenza positiva che ha su Daoming Si.
Genitori di Shancai
Divertenti, simpatici, onesti, calorosi, umili ma pieni di dignità, due gran lavoratori, due genitori che vogliono solo il meglio per la loro figlia. Mi sono piaciuti molto.
Troppo simpatica la mamma di Shancai che stravede per Daoming Si fin dall'inizio, ma mi sorprende quando si rifiuta di dare la sua benedizione per il matrimonio conoscendo bene la contrarietà della sua futura suocera. Un matrimonio non è solo un'unione tra due persone, ma anche tra due famiglie. In realtà capisco molto bene il senso di questo discorso. Shancai e Daoming Si avrebbero anche potuto sposarsi senza l'approvazione della mamma di lui, ma poi che genere di vita avrebbero vissuto? Che genere di famiglia si sarebbe venuta a creare? È comprensibile che la mamma di Shancai desideri una sintonia generale.
Ma comunque non va dimenticata l'epicità della scena in cui la mamma di Shancai getta la farina addosso alla madre di Daoming Si.
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Il padre di Shancai mi ha fatto tenerezza in quei momenti in cui si sente solo un povero fallito, sopratutto se si confronta con le famiglie come quella di Daoming Si. Penso sia stato un sentimento molto umano da parte sua.
Shancai e i suoi genitori hanno un bel rapporto, sono solari e hanno un buon dialogo. Viene naturale fare il confronto con la fredda famiglia Daoming, piena di soldi ma priva di calore.
A pensarci, ho notato che ci sono scene tra Shancai con sua mamma, mentre non ce ne sono tra lei e il padre. Peccato, sarebbe stato carino vedere il rapporto padre/figlia approfondito un po'. Ma ammetto che l'affetto e l'orgoglio di questo padre per sua figlia traspaiono chiaramente più di una volta.
Il finale
*respiro profondo*
Credo ormai di aver parlato di tutti i personaggi, almeno dei più importanti, quindi è arrivato il momento di parlare del finale.
Mi è piaciuto e non mi è piaciuto.
Abbiamo un happy ending, e la cosa mi piace, ma alcune dinamiche mi fanno storcere il naso ancora oggi.
Prima di tutto voglio dire che ho ADORATO la parte del digiuno: vedere Shancai e Daoming Si combattere insieme contro tutti, decisi a stare l'uno al fianco dell'altra "in Paradiso o all'Inferno", è stato per me commovente e bellissimo.
Li ho shippati ancora di più e li ho appoggiati al 100%.
Questa è la parte in cui più di tutte ho pensato che Yuanzi avrebbe dovuto farsi da parte. La situazione comincia a degenerare, Daoming Si si rifiuta di mangiare, e questa prima si prova l'abito da sposa e poi ha il coraggio di chiedere a Shancai di rinunciare a Daoming Si per salvargli la vita.
COME PER DIRE CHE SAREBBE COLPA DI SHANCAI SE DAOMING SI DOVESSE MORIRE.
Non solo le chiedi di lasciare l'uomo che ama dicendole spudoratamente in faccia che sarai tu a sposarlo, ma la fai pure sentire in colpa?
Perché non ti fai da parte tu, Yuanzi?
VISTO CHE È PALESE COME IL SOLE CHE DAOMING SI NON TI SI INCULA.
Lo so che Yuanzi non agito con cattiveria nel cuore, ma il suo egoismo mi ha fatto proprio arrabbiare.
E Shancai troppo buona a non sputarle in faccia.
Ma Shancai lo fa davvero: va da Daoming Si per lasciarlo, uscendosene con frasi del tipo "non mi sei mai piaciuto veramente".
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Effettivamente Daoming Si non ha tutti i torti a darle della stupida.
Shancai ritrova il senno e comincia pure lei a digiunare, con Yuanzi che si sorprende del plot twist e la Signora Daoming che continua a starsene seduta in salotto con aria assolutamente impassibile, come se quello che sta succedendo sia perfettamente normale.
Perché la cosa importante sono gli affari, non tuo figlio e la sua ragazza che si stanno lasciando morire di fame. #lepriorità
Ah, in tutto questo pure gli F4 hanno accompagnato Yuanzi da Shancai per dirle di lasciare Daoming Si, e ammetto che mi hanno molto delusa.
La decisione di Daoming Si di smettere di mangiare può sembrare estrema, stupida e irresponsabile. Può sembrare un capriccio, un modo per ribellarsi alla madre. Sembra che stia battendo i piedi perché vuole stare con Shancai.
Personalmente, penso che la sua battaglia vada al di là di Shancai.
Daoming Si dice alla sorella che sta facendo questo perché vuole che la mamma capisca quanto prende sul serio questa relazione. È quel "prendere sul serio" che mi fa pensare che Daoming Si non vuole solo stare con Shancai, ma vuole che sua madre lo guardi e veda quanto sia maturato, vuole che sua madre la smetta di dargli ordini e che ascolti quello che ha da dire, vuole che la finisca di controllare la sua vita e che inizi a dargli fiducia.
Perché da tempo non è più un ragazzino infantile e viziato, ma un giovane uomo pieno di idee pronto ad affrontare il mondo con entusiasmo, e la madre se ne sarebbe accorta se non fosse stata così occupata a cercare di tarpargli le ali.
La Signora Daoming rimane imperterrita nel suo salotto, e invece di cominciare a preoccuparsi, si lamenta con Zhuang che anche lei si sente morire perché i suoi figli non la stanno obbedendo. #veretragedie
Questa donna avrà tutti i difetti di questo mondo, ma una cosa bisogna ammetterla: almeno è coerente.
Infatti non cede, per lei Shancai e Daoming Si potevano davvero morire (assurdo), finché Yuanzi non si rende conto che sposare Si sarebbe inutile e quindi le va a dire che questo matrimonio non s'ha da fare, ma quello che gli F4 portano con sé è la vera chiave di svolta: il progetto di Si (aperto con la password del compleanno di Shancai, certe cose non vanno dimenticate).
A questo punto la Signora Daoming dice: oh, Daoming Si ha trovato un modo per rilanciare l'azienda. È un'offerta che non posso rifiutare. Ok, allora possono stare insieme.
Mi va bene che la signora non abbia ceduto di fronte al digiuno dei ragazzi (ok è assurdo, ma è stata coerente e non è caduta nel buonismo), ma ci sono due cose che secondo me hanno fatto troppo di fretta e gestite male:
- l'accettazione di Shancai. Ok che la tua azienda è salva grazie al progetto di Daoming Si, ma la signora ha da sempre schifato Shancai al di là degli affari. Ha sempre ribadito che era una poveraccia maleducata, non all'altezza della sua famiglia, e che stava solo seducendo il figlio per una questione di denaro. L'ha detto fino a cinque minuti prima che le portassero il progetto, com'è possibile che in un battito di ciglia è pronta ad accettare Shancai in famiglia?
- Amici come prima.
Dopo il digiuno, sia con Shancai sia con i suoi figli, la Signora Daoming si comporta come se nulla fosse successo, e lo stesso fanno i ragazzi. Nessuno è più arrabbiato. Non importa se la signora ha minacciato Shancai e li ha fatti soffrire tutti come dei cani, nessuno ne parla più. È tutto a posto.
La signora e la figlia si sono prese a male parole fino a due minuti fa? Che problema c'è. Le mettiamo insieme nel letto a farsi le coccole e facciamo finta che non sia mai accaduto nulla.
Daoming Si e Shancai hanno rischiato di morire? Non c'è problema, mettiamo la signora ai fornelli intenta a preparare la colazione a mo' di scusa, e tutto è risolto.
Basita.
Mi va bene che facciano pace, ma la cosa deve essere realistica e quindi costruita per gradi. Ci deve essere una presa di coscienza, un momento di scuse, ecc...
Sul finale voglio dire altre tre cose:
1) Al di là della frettolosità di come hanno gestito il tutto, mi piace l'idea della Signora Daoming che riscopre i piaceri quotidiani dopo esserseli negati per tanto tempo: quindi la vediamo partire per un viaggio, provare a cucinare, imparare a fare selfie ecc.
2) Questa è una cosa che mi è venuta in mente adesso mentre sto scrivendo.
La Signora Daoming è stata una grande stronza e su questo non c'è dubbio, ma ad un certo punto della serie, ora non ricordo quale, affronta con Shancai un discorso che mi sembra giusto prendere in considerazione: Shancai è una ragazza molto umile che proviene da una famiglia povera, non sa nulla di etichetta, di affari aziendali o cose del genere, questo non le creerà alcun tipo di problema nella sua vita futura con un marito come Daoming Si? Non si sentirà mai in imbarazzo o fuori posto? Non ci saranno mai occasioni in cui non saprà cosa dire o non capirà di cosa gli altri stanno parlando?
Devo essere sincera: il modo in cui va a finire tra i due protagonisti, senza che questi problemi vengano in alcun modo affrontati, mi ricorda tanto una fiaba. È come Cenerentola che sposa il principe del regno dopo aver passato la vita a pulire pavimenti.
3) Il progetto di Daoming Si "Segui i tuoi sogni" è semplicemente bellissimo.
Non riesco ancora a credere che il ragazzo arrabbiato e prepotente dei primi episodi sia riuscito a fare questo, stupendo tutti, davvero tutti, con la sua maturità.
"Segui i tuoi sogni" è un ottimo incoraggiamento per tutti i ragazzi e le ragazze che guardano questa serie. Meteor Garden ti dice di crederci, perché se lavori sodo ce la puoi fare.
Anche dei giovani ragazzi pieni di sbagli e di difetti hanno diritto a sognare o meritano di essere amati. Meteor Garden è una serie che parla di ragazzi e di tutto quello che possono affrontare alla loro età, e penso che sia ricco di spunti di riflessione sull'amicizia, sulla famiglia, sull'amore, sui sentimenti umani.
Considerazioni generali:
- le scene di Daoming Si che aspetta Shancai sotto la pioggia e quando la salva da quei due malintenzionati, sono tra le mie preferite della serie. Questi sono i momenti in cui ho iniziato ad amare Daoming Si e a innamorarmi della serie.
- vedere Daoming Si, un ragazzo così arrogante, che senza un attimo di esitazione offre il suo aiuto al padre di Shancai per pagare il suo debito, è qualcosa che mi fa sempre commuovere.
- La gara di cucina. Mi è piaciuto che non abbia vinto Shancai perché era la protagonista, ma che abbia trionfato la concorrente oggettivamente più brava. Ma l'idea di Shancai di creare il suo piatto ispirandosi alla testa ad ananas di Daoming Si è sicuramente divertente.
- La gita in Canada. Questa è una delle occasioni in cui Shancai mi ha fatto arrabbiare di più: le due oche che si sono autoinvitate alla vacanza si sono prese gioco di lei facendola uscire nella tempesta di neve, Daoming Si la salva rischiando la sua stessa vita, e lei cosa fa?
Va a ringraziare Huaze Lei.
WTF.
Con gli occhi tutti a cuore lo ringrazia perché si è preoccupato per lei mentre era fuori, ma non le passa nemmeno per la testa di ringraziare colui che l'ha letteralmente salvata, deve essere Daoming Si stesso a farglielo notare.
Senza parole....
E come se non bastasse, NON SI ARRABBIA MINIMAMENTE con le due pseudoamiche che l'hanno fatta uscire. Ok, Shancai è una che non porta rancore e non si vendica, e questo lo posso accettare, ma possibile che non provi almeno un po' di rabbia per aver rischiato di morire a causa di uno stupido scherzo??
Senza parole pt.2
- il compleanno di Daoming Si. Questa è una delle mie puntate preferite. Dopo aver fatto una figura di merda davanti a tutti essendo rovinosamente caduta a terra trascinando con sé il tavolo (perché Shancai se non inciampa non sta bene), la protagonista fa la conoscenza della temibile Signora Daoming, che subito vuole metterla alla porta manco fosse uno zerbino.
Adoro come Shancai riesce a tenerle testa nonostante la tensione e l'imbarazzo del momento, io mi sarei sotterrata. E adoro come Daoming Si rifiuti di buttarla fuori, ma anzi afferma che quella è la ragazza che gli piace e se la porta via con sè.
La scena sul grattacielo è bellissima, romantica, intensa. Shancai che regala a Daoming Si i biscotti da lei preparati è carinissima, e lui che li prende come se fossero una sacra reliquia mi scioglie il cuore.
Il bacio poi... meraviglioso nella sua delicatezza.
Perché Daoming Si avrà anche un caratteraccio, ma quando bacia Shancai ci mette tutta la delicatezza, il rispetto e la gentilezza di questo mondo.
Ne approfitto per dire che i baci di Meteor Garden sono TUTTI BELLISSIMI, e non solo quelli della coppia protagonista.
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- gli scherzi di Daoming Si sono qualcosa di spettacolare: prima si finge morto, poi fa finta di aver perso la memoria. Sono scherzi crudeli, ma mi metto sempre a ridere quando si smaschera. E poi fingendo di non ricordare ha potuto ascoltare una bellissima e commovente dichiarazione da parte di Shancai.
- la scena in cui Shancai e Daoming Si stanno per fare sesso e la sorella di lui entra d'un tratto nella camera è esilarante. La reazione di lei ancora di più: prima aggancia al muro il fratello perché pensa che stia costringendo Shancai, poi si commuove quando realizza a che punto è la loro relazione. Adoro.
Voglio anche dire che rivendendo la scena mi è piaciuto come Daoming Si abbia aspettato a chinarsi su Shancai finché lei non gli ha permesso di farlo: un bel messaggio.
- L'ultimo appuntamento a Londra: il mio episodio preferito. Posso riassumerlo così: lacrime e angoscia. Vedere Shancai e Daoming Si godersi questa giornata nella capitale inglese è bello e straziante allo stesso tempo, ma la parte al ristorante è qualcosa di illegale (in Meteor Garden, le note di Say Something non promettono mai nulla di buono). Inoltre ho notato come Daoming Si sembra volersi dare davvero per vinto per la prima volta. Ha sempre corteggiato Shancai in modo instancabile, ma in questa occasione nemmeno lui sembra avere le forze per cercare una soluzione. L'arrivo a Londra di Shancai è quello di cui aveva bisogno per ritrovare coraggio, perché ora sa che anche lei è pronta a lottare per il loro amore.
- la proposta di matrimonio. Daoming Si chiede a Shancai di sposarlo mentre sono al ristorante, e lo fa in modo molto semplice: mangiamo insieme per il resto della vita. A parte il fatto che adoro Daoming Si che adora guardare Shancai mangiare (perché lei mangia con gioia ed è bellissimo), questa proposta mi è piaciuta molto per la sua semplicità e naturalezza.
Shancai mi fa un po' cascare le braccia per la sua reazione davvero poco entusiasta. Sembravo più felice io di lei 😂 Però va bene così, non è che Shancai deve reagire come avrei reagito io o come io avrei voluto che reagisse, lei è stata se stessa. A Shancai non piace stare al centro dell'attenzione e si sente in imbarazzo quando ha gli occhi di tutti puntati addosso, quindi non potevo aspettarmi una reazione entusiastica quando le arriva la proposta in un ristorante pieno di gente.
Ed è bello che nella scena successiva ci mostrino Shancai sul divano di casa sua intenta a pensare alla proposta con gli occhi sognanti, a prova del fatto di quanto anche lei sia innamorata di Daoming Si, anche se magari non lo esterna come lui (non dimentichiamoci poi il bacio che lei prende l'iniziativa di dare, uno dei più belli).
- due parole su alcuni personaggi secondari.
La signora del ristorante a Londra (pardon, non ricordo il nome) è stata un personaggio davvero carino nonostante sia comparsa in poche puntate. Ed è bello che nonostante il poco tempo in scena io l'abbia vista come una mamma per Daoming Si e Shancai. Una donna molto accogliente e gentile capace di farti sentire subito a tuo agio anche se casa tua è dall'altra parte del mondo.
Thomas, il musicista. Poveretto: il suo incontro con Shancai lo porta ad essere quasi sgozzato dallo stalker pazzo che Daoming Si era a inizio serie. È stato poi molto carino con Shancai quando l'aiuta a Londra dopo che lei si è fatta derubare cinque minuti dopo aver messo piede in città (chissà perché la cosa non mi ha sorpreso).
È stato poi esilarante scoprire che i due ladri in questione altri non erano che i due amici e coinquilini di Thomas, che non contenti di aver derubato Shancai, riescono poi a scroccarsi una cena costosissima offerta da Huaze Lei. Ammetto che questi due ladruncoli mi sono stati molto simpatici. Bella anche la scena di loro che devono suonare per racimolare soldi per pagare la cena, dopo che Lei si rende conto di aver perso il portafoglio.
E detto questo, direi di aver detto tutto. In realtà proprio tutto no, ci sono altre cose che potrei dire e ci sono altre scene di cui parlare, ma siccome voglio preservare quei pochi neuroni che mi sono rimasti dopo aver scritto questo commento, mi fermo qui.
Punteggio: 8.2
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inbiancamagliadortiche · 4 years ago
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“È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre fin qui sperimentate”. Così, letteralmente, Winston Churchill fissava un principio fondamentale di supremazia storica del regime democratico nel discorso rivolto alla Camera dei comuni alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1947. A questa concezione relativistica della democrazia come “male minore” si richiamano un po’ tutte le analisi e le teorie moderne, di scienza politica o persino di filosofia, ispirate alla metodologia del “realismo”: da Machiavelli a Sartori, passando per Weber e Schumpeter, si cerca di capire cosa effettivamente sia la democrazia, come funzionino concretamente i suoi processi e i suoi attori, inevitabilmente controllati e influenzati da élite e gruppi di potere in competizione fra loro.
Ma persino ai tempi della sua fondazione concettuale e pratica, “democrazia” era una parola ambigua. In quanto forma “virtuosa” di governo era chiamata piuttosto politia, qualcosa che si avvicina molto al sistema di democrazia liberale fondata sul patto costituzionale e sul principio di rappresentanza. Quando ci si voleva riferire alla forma “deviata” di democrazia, la si definiva invece olocrazia, il governo delle masse senza distinzione alcuna, secondo gli schemi più vieti del populismo.
Prima ancora di Aristotele, Platone aveva fermato un criterio inderogabile per molti altri pensatori e teorici dei sistemi di governo: la politica è un affare troppo serio e complicato perché possa essere lasciato alla cura della gente comune; il potere politico deve essere gestito dai “sapienti”, da coloro che “sanno” e hanno le necessarie competenze. Questo modo di vedere le cose è chiamato comunemente “sofocrazia” o “noocrazia” (governo dei sapienti o dei capaci) e ha ispirato numerose scuole di pensiero politico in epoca moderna. Secondo Platone, una moltitudine non è mai in grado di amministrare uno Stato, a meno che non ci si trovi  in un contesto di estrema corruzione.
Per molto tempo a seguire, e ancora oggi, il modello della Repubblica di Platone, basato sul governo degli “esperti”, è stato considerato l’antitesi del modello democratico. Popper contrappone il “totalitarismo” platonico, prototipo dell’assolutismo moderno, all’idea di “società aperta”, fondata sui principi di libertà e pluralismo e praticata nella democrazia ateniese all’età di Pericle. In fondo, questa antinomia anticipa e radica il contrasto dei nostri giorni fra democrazia e tecnocrazia.
Ci sono poi le correnti dell’elitismo vecchio e nuovo: si tratta di variegate correnti di pensiero tutte nettamente contrarie alla democrazia parlamentare, e che concordano sulla tesi che il governo di una società debba essere retto da una classe “scelta” e necessariamente ristretta di individui.
Nel concetto moderno di democrazia confluiscono in sintesi due accezioni rilevanti della sua stessa storia: un’accezione “procedurale” (il rispetto delle regole del gioco) e l’altra “sostanziale” (la garanzia dei diritti di libertà e uguaglianza). Nella scienza politica contemporanea si guarda ormai a questa sintesi come al concentrato delle caratteristiche delle “qualità” democratiche ovvero delle caratteristiche che devono avere le democrazie “di buona qualità”, esprimibili in altrettante categorie osservative almeno in parte empiricamente controllabili.
Dovremmo chiederci a questo punto se esistono alternative praticabili e migliori rispetto alla democrazia rappresentativa. Secondo Norberto Bobbio, la risposta era negativa. La recente tesi “epistocratica” lanciata nel libro Contro la democrazia (LUISS University Press 2018) da Jason Brennan, filosofo della Georgetown University, non sembra affatto mettere in discussione il modello della democrazia rappresentativa quanto piuttosto le modalità del suo funzionamento: il problema e la crisi della democrazia non sono legati al principio della rappresentanza ma piuttosto alla indiscriminata estensione dei diritti di voto, attivo e passivo, promossa dal suffragio universale, che consente a una massa di elettori che non si interessano o non sanno nulla di politica di conferire il potere di legiferare e governare a una minoranza di eletti per lo più incompetenti e corrotti.
Brennan sostiene che vi siano almeno due versioni di populismo, una positiva (dare voce e risorse ai più deboli) e una negativa, quando tendiamo a considerare come populisti quei movimenti e individui che si ribellano contro i politici corrotti o incompetenti. Ma così facendo diamo loro più credito di quanto non meritino, perché tralasciamo il fatto che i loro elettori sono poco informati e molto inconsapevoli. Una ricerca dell’ANES – American National Election Studies – ha rivelato che gli elettori americani sanno a mala pena chi è il presidente in carica, non hanno nemmeno un’idea vaga di quale sia la percentuale di disoccupazione nel paese, né di quanto spenda il governo all’anno: un terzo di questa popolazione pensa che il versetto degli Atti degli Apostoli “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”, reso celebre da Marx, faccia parte della Costituzione degli Stati Uniti. La stessa percentuale non sa citare i tre poteri dello Stato, e non conosce nemmeno il nome dei propri rappresentanti a Washington.
Come funzionerebbe l’epistocrazia
Brennan tiene a sottolineare che gli elettori disinformati e privi di cultura politica non siano affatto stupidi: semplicemente sono disinteressati agli affari politici e di governo e sanno di poter persistere in questo atteggiamento di rifiuto e ignoranza, o indulgere a convinzioni politiche false e irrazionali senza che tutto ciò si ripercuota sul loro diritto di voto. Ma secondo il nostro autore, per essere ammessi a scegliere con il voto se confermare o mandare a casa questo o quel rappresentante in Parlamento o in Comune, l’uno o l’altro candidato alla Presidenza, occorrerebbe dimostrare di sapere almeno chi abbia ricoperto ruoli elettivi di potere nel precedente mandato, quali fossero i mezzi reali a sua disposizione, quali le possibili opzioni politiche e di governo, a quali risultati avrebbero portato scelte diverse. Ed è questa, in sostanza, la proposta contenuta nel suo modello di epistocrazia.
Come lo stesso Brennan riconosce, montagne di prove dimostrano che la democrazia generalmente opera meglio di una dittatura o di un’oligarchia. Ma egli sostiene che queste non sono le sole possibili alternative alla democrazia. C’è anche l’”epistocrazia” – il “governo di coloro che conoscono”. L’elettorato potrebbe prendere decisioni migliori se fosse limitato per renderlo più consapevole e meno prevenuto. Per la maggior parte delle persone, le idee come quella di epistocrazia suonano come difesa del governo di una piccola élite, che potrebbe facilmente abusare dei suoi poteri. Ma Brennan presenta una varietà di strategie che potrebbero migliorare la qualità dell’elettorato, come limitare il diritto di voto a coloro che sono in grado di passare un test elementare di conoscenza politica. A quelli dotati di maggiori conoscenze potrebbero invece essere concessi voti supplementari (idea già di John Stuart Mill nel XIX secolo). Se il risultato di questo elettorato più esperto è disrappresentativo (ad esempio, relativamente a specie, genere, età o ricchezza), ai voti dei membri più informati di questi gruppi “sottorappresentati” potrebbe essere dato un peso maggiore. In alternativa, potremmo rendere l’elettorato potenzialmente più esperto e più rappresentativo di quanto lo sia ora, persino ricorrendo una specie di “lotteria per il diritto di voto”, cioè estraendo a sorte gli elettori legittimati a esprimere le scelte politiche.
I precedenti dei minorenni e degli immigrati
Tali idee possono sembrare, e in un certo senso sono, molto radicali. Ma per molti aspetti, si tratta solo di modeste estensioni dello status quo. Sostiene Brennan che escludiamo già oltre il 20% della nostra popolazione dal diritto di voto, perché pensiamo che siano ignoranti e hanno scarsa capacità di giudizio: chiamiamo quelle persone “minorenni”, e non sentiamo alcun senso di colpa per la loro esclusione sistematica dai circuiti del potere politico. La cosa colpisce la maggior parte di noi in termini di semplice buon senso. L’idea di lasciare che alcuni di loro votino se possono dimostrare che sono più informati di un adulto medio è considerata radicale e pericolosa. Non consentiamo che gli immigrati legali ottengano il diritto di voto a meno che non superino un test di educazione civica che la maggior parte dei nativi americani probabilmente fallirebbero. Parecchi Stati escludono inoltre dal diritto di voto molti dei malati mentali e dei condannati. Sta bene escludere i diciasettenni dal voto, ma perché non anche un diciannovenne o un quarantenne, la cui la comprensione dei problemi è scarsa o peggiore di quella di un minorenne medio? Se possiamo escludere gli immigrati ignoranti, perché non possiamo farlo per gli autoctoni ignoranti?
Chi deve comandare – e come deve essere designato chi comanda – è la domanda che si pose Platone, e in fondo si pone anche Brennan sulla scia di una lunghissima tradizione di teoria politica. Con risposte sempre storicamente mutevoli. I filosofi ovvero i sapienti, era stata la risposta di Platone, alla quale è in qualche modo riconducibile la proposta di “epistocrazia” avanzata da Brennan, anche se la “sapienza” da lui invocata è una conoscenza basica di cultura politica che non ha la pretesa di accostarsi al modello platonico di “sofocrazia”. Altri hanno dato risposte diverse: devono comandare i sacerdoti, i militari, i tecnici, i “migliori” del popolo. Per altri, invece, è bene che comandi una persona sola: un re di stirpe divina, un tiranno o un principe armato.  Altre risposte indicano invece il popolo per volontà della nazione, questa o quella classe, questa o quella razza. Ma la domanda di Platone – commenta Popper – “è sviante, irrazionale. […] Razionale è piuttosto quest’altra domanda: come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che governanti cattivi o incompetenti facciano troppo danno?”
La risposta che ne dà Popper, come è noto, è quella di una “società aperta” garantita dal regime della democrazia liberale. Come spiega Yascha Mounk, viviamo tempi “straordinari” nei quali regna il caos diffuso, e si moltiplicano le crudeltà in uno scenario di progressiva consunzione dei sistemi liberal-democratici, mentre fioriscono per contro democrazie illiberali (o al contrario liberalismo senza democrazia), strette dall’alternativa esiziale fra populismo e tecnocrazia [Mounk 2017].  Tuttavia, in attesa che l’Autore spieghi meglio i dettagli del suo progetto “epistemocratico”, non possiamo non dirci d’accordo sulle sue critiche al funzionamento delle attuali democrazie. Ed è persino difficile dissentire dall’idea portante delle sue argomentazioni che la democrazia non sia una forma di “intelligenza o saggezza collettiva”, come sostiene una lunga serie di autori sulla scorta di Aristotele. Primo, perché questi attributi possono essere predicati di individui e non di masse indifferenziate di elettori, fra i quali sono davvero pochi coloro che si impegnano e sono un minimo informati per concorrere consapevolmente alla formazione di scelte collettive. E secondo perché, proprio per questo, la democrazia “aritmetica”, nella quale i voti si contano, non coincide con la democrazia “epistemica” nella quale i voti pesano.
In conclusione, si può essere più o meno d’accordo con le diagnosi di crisi della democrazia avanzate da Brennan e con le terapie proposte, peraltro non compiutamente indicate né tanto meno realizzabili nei sistemi contemporanei (come riconosce lo stesso Autore). Ma è certo che questo libro sembra come una roccia precipitata in un immenso specchio d’acqua che, complice la presunta “fine della storia” che postula la perennità e insostituibilità del modello di democrazia liberale [Fukuyama 2003], correrebbe il rischio di diventare una palude stagnante.
Fonte: Contro la democrazia (LUISS University Press) .
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temporanea · 5 years ago
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Post da Muppet Show
È durata poco. Forse ha retto la fase iniziale, quella dura, la fase 1 del lockdown stretto e stringente, degli ospedali in affanno, delle zone rosse. È durata poco ma è anche risultata essere l'aspetto forse più significativo, almeno, dal punto di vista di un ritorno al bagno di realtà e, soprattutto, alle base della cultura scientifica e cioè della cultura occidentale in genere. È stato durante questo periodo drammatico che l'esperto in quanto tale, per formazione, titolo, studi ed attività lavorativa, è tornato al livello e al ruolo che avrebbe dovuto da sempre spettargli, cioè di colui che conosce l'argomento di cui si tratta. E, di conseguenza, è l'unico in grado di dare pareri, di dettare contromisure, di affrontare emergenze e consigliare prese di posizione e decisioni che poi sta ai politici, in base a considerazioni politiche, adottare.
Ma, come dicevo, questa fase è, ahimè, durata poco, tanto rapidamente è tornato in auge il ribollire delle bolle personali, la riduzione in tribù urlanti strette dietro al proprio "uomo magico/feticcio" di rappresentanza.
Come sempre, dal mio punto di vista di persona sempre stata "di destra", mi delude questa degenerazione de "il mio esperto sì che è figo, l'esperto del governo/sinistra è un coglione" che viene attata in tutto e per tutto dalla destra attuale, mutuando i metodi più beceramente idioti dei cosiddetti antisistema. Così si arriva a: "il mio esperto salva vite con un metodo rivoluzionario ma il sistema il governo/la sinistra/Big pharma lo ostracizza" quando magari il metodo non salva vite o non è rivoluzionario o semplicemente non rientra nei protocolli scientifici riconosciuti che segnano, appunto, il confine tra metodo scientifico e bei tentativi, tra eventi causali ed eventi correlati e, in ogni caso, in fase di sperimentazione.
Mi stupisce è mi delude perché posso accettare il pensiero magico sparso a piene mani da chi per anni si è fatto merito della propria ignoranza, ma non posso accettarlo da parte di chi ha sempre, o avrebbe dovuto sempre sapere, che il metodo scientifico, cardine fondante e vanto della nostra società occidentale, non è fatto di dogmi assoluti, non è fatto di personalità e conoscenze che non possono essere messe in discussione, tutt'altro. Si basa proprio sul confronto, anche feroce, di teorie diverse che combattono nello spiegare dati uniformalmente riconosciuti ma che sono in grado di arrivare ad un punto fermo, benché temporaneo, una volta che la comunità al suo interno ha potuto valutare, validare, falsificare i dati che possiede e la realtà a cui si rapporta.
Bene, ora tutto questo, in quella che era la destra si è di nuovo perso, basta vedere il proliferare di post di critica degli esperti altrui basati sulle parole, evidentemente "sante" dell'esperto proprio, quello riconosciuto dalla tribù.
È triste vedere la scienza trattata in questo modo, è triste vedere la base della nostra cultura che si perde in bolle emotive, è triste vedere l'ignoranza, la semplificazione, la partigianeria, prendere piede lì dove dovrebbe essere meglio compreso il meccanismo e la potenza della scienza e dell'occidente con la sua capacità di apertura alla realtà, la sua condivisione, la dinamicità delle risposte, la gestione dell'incertezza e il valore dell'errore.
Poi, per carità, gli scienziati sono uomini non meno degli altri, ognuno ha il suo amor proprio e, magari, chi più chi meno, la sua vanità. Ma se c'era una cosa positiva da re-imparare in tutte queste tragedie era il valore del dato scientifico e il valore del parere di chi ha passato una vita a studiarlo e non si è svegliato epidemiologo ieri come l'altroieri era economista o, prima ancora, allenatore di calcio.
Nonostante tutto, non perdo la fiducia. Credo nel fatto che aver creato task force di esperti per affrontare i problemi sia stata una scelta sacrosanta. I problemi erano e sono tuttora, moltissimi e soprattutto ancora imprevedibili, nonostante il "sennò del poi" dilaghi. Tanti di quelli che adesso sono lì a dire che il lockdown non serviva a nulla se non a creare la devastante crisi economica, erano allora a lamentarsi sul fatto che nessuno poteva capire quanto era grave la situazione che stavano vivendo e quanto erano irrispettosi i canti sui balconi.
Adesso non sappiamo, nessuno sa, se si troverà un vaccino, se ci sarà un nuovo picco, se effettivamente il virus si depotenzierà o se saremo in grado di gestirlo. Nessuno lo sa ma, per fortuna, c'è gente che studia e lavora per saperlo. E c'è gente che ha, come i politici e gli amministratori, responsabilità di decidere cosa fare nel frattempo e si trova davanti situazioni nuove. Non tutti sono abili e capaci, anzi, la maggior parte non lo sono ma ricordiamoci di essere stati noi a votarli. Assumiamoci le nostre responsabilità, cerchiamo di fare il nostro meglio, e, soprattutto, smettiamola di fare i vecchietti del Muppet show che, dall'alto del loro palco laterale, criticano qualunque cosa.
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superfuji · 5 years ago
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Hai un sistema istituzionale che delega irragionevolmente poteri chiave alle Regioni rendendo di fatto impossibile, specie in momenti critici, decidere e applicare una politica nazionale? Paga. Hai un governo composto in maggioranza da persone mediocri, unite solo da un precario interesse tattico, che passano il tempo a cercare di capire come fregarsi l’un l’altro? Paga. Hai un’opposizione che si può benevolmente definire cialtrona, che coglie ogni occasione per diffondere menzogne e lucrare su ignoranza e bassi istinti della “gente”? Paga. Di fronte alle raccomandazioni globali dei competenti organismi internazionali tu decidi di improvvisare una tua politica “fai da te”, bloccando voli che non dovresti bloccare, evitando quarantene che dovresti applicare, eseguendo test in modo difforme da zona a zona e da momento a momento, tanto che la stessa OMS non può fare a meno di criticarti? Paga. Hai delegato dei buffoni come Zaia e Fontana a governare le regioni più produttive d’Italia, e quelle che più hanno bisogno di un’immagine positiva verso l’estero, a partire dalla Cina? Paga. Hai concittadini che, durante un’emergenza sanitaria, rifiutano il ricovero quando raccomandato o scappano dalle zone di quarantena per tornare a casa dalla mamma e diffondere il contagio anche dove non c’era? Paga
AI CIALTRONI, PRIMA O POI, ARRIVA IL CONTO
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Recensione di "Elogio dell'ignoranza e dell'errore" di Gianrico Carofiglio: Una Riflessione Filosofica Sull'Umanità. A cura di Alessandria today
Gianrico Carofiglio ci invita a rivalutare l’ignoranza e l’errore come elementi essenziali della crescita personale e della conoscenza.
Gianrico Carofiglio ci invita a rivalutare l’ignoranza e l’errore come elementi essenziali della crescita personale e della conoscenza. Nel suo nuovo saggio, “Elogio dell’ignoranza e dell’errore”, Gianrico Carofiglio propone una riflessione profonda e innovativa su due concetti che spesso vengono considerati negativi: l’ignoranza e l’errore. Invece di stigmatizzarli, Carofiglio ci invita a…
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wewillgrowuptogether · 5 years ago
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15. Viviamo in una società in cui il sesso rappresenta purtroppo ancora un tabù. Tu come lo vivi? Riesci a parlarne apertamente o lo consideri un argomento imbarazzante? S. Freud diceva "Alla base del tabù c'è una corrente positiva di desiderio. Perché non c'è bisogno di proibire ciò che nessuno desidera fare, e comunque ciò che è proibito nella maniera più energica deve essere oggetto di un desiderio." Stiamo parlando di un uomo, un neurologo, psicanalista, filosofo vissuto tra l'Ottocento e il Novecento. Dal mio punto di vista se c'è una cosa che non sopporto oggi più che il sesso come tabù, è ancora il pensiero retrivo di molti sulle differenze uomo-donna, etichettando con estrema facilità e ignoranza una donna aperta sessualmente come troia, e astenendosi dal giudizio invece se sia un uomo ad esserlo. Il sesso c'è ed esiste nella natura di ogni essere umano e dona piacere ad ogni essere umano, uomo o donna. Io ad oggi penso di viverlo normalmente , farà sempre parte di una sfera intima che credo debba rimanere tale nella giusta misura. Non mi fermerò di certo a parlar per strada con uno sconosciuto di sesso come stessi chiedendo "scusi dove si trova via Marconi?" ma diventa un argomento più aperto con la persona con la quale puoi condividere tutto ciò e non c'è nulla di male, perverso o distorto. È naturale.
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confusadasempre · 5 years ago
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Da bambina ero una delle persone più timide che potessero esistere.
Non mi esponevo proprio mai, al solo pensiero mi andava in blocco il cervello.
Poi alle medie ho conosciuto un gruppetto di amiche che mi hanno incluso nonostante questo grande ostacolo dentro di me, e mi sentivo bene. Stavo bene con loro.
Una di queste era una ragazzina poco più grande di me, ma con una vita già troppo piena di disgrazie.
Ha una malattia rara, collegata alla circolazione del sangue. Una malattia che non so spiegare nei dettagli per via della mia ignoranza e della poca voglia di informarmi sulle cose.
Sta di fatto che qualche anno prima che la conoscessi stava lottando tra la vita e la morte: era sopravvissuta ad una trombosi.
La sua vita? Costretta in casa.
Non aveva mai la forza per uscire, neanche per poco tempo, e in aggiunta i raggi del sole le facevano male.
Molte volte non riusciva neanche a camminare per casa, tanto che stava a letto o su una sedia a rotelle.
La sua via di fuga eravamo noi, le sue 4 amichette che tutti i sabati andavano in casa a trovarla.
Giocavamo tanto insieme.
Lei mi ha insegnato cosa vuol dire immaginare per scappare dalla realtà.
È vero, la sua realtà era monotona, ma con la sua immaginazione la rendeva spettacolare e unica.
Mi ha insegnato a volare con la fantasia in posti magici, mi ha insegnato che si può cambiare e diventare chi si vuole, basta volerlo.
Tutti i sabati, da lei, noi entravamo in un mondo fantastico, e ci divertivamo tanto.
Ma si sa, il tempo passa e le cose cambiano.
Si cresce, si cambia lo stile di vita.
C'è chi ha iniziato ad avere altre priorità, chi ha capito che questa non era più il tipo di compagnia che desiderava. Da tutti i sabati, siamo passate a qualche sabato durante l'anno, fino a non andarci più.
E lei? La mia amica?
Non ha mai chiesto nulla. Non ha mai preteso la nostra amicizia.
Lei è dolce, lei è solare, lei ha passato di tutto ma rimane positiva.
Con gli anni, sono andata da lei qualche volta.
Si vedeva che mi voleva bene. Si vedeva che aveva bisogno di qualcuno con cui stare insieme, immaginare insieme.
Era sempre lei a cercarmi perché io, io non sono mai stata capace di mantenere un'amicizia.
Le ho promesso che avrei fatto il possibile per mantenere i rapporti, al contrario di altre, e al contrario di come avevo fatto io fino a quel momento.
E poi?
E poi sono sparita, di nuovo.
Come posso giustificarmi? Sono cresciuta, sono aumentati gli impegni, le responsabilità?
No, la verità è che sono cambiata, e non avevo più intenzione di stare in sua compagnia a giocare come da bambina.
Anzi, no.
La verità è che sono egoista. Stare con lei non mi divertiva più.
Perché se una persona a te ci tiene, il tempo per te lo trova.
Ma io non ci tenevo abbastanza, e l'ho lasciata sola.
Ho provato a scriverle ad inizio quarantena, l'ha visualizzato dopo un mese senza rispondermi.
Ha ragione ad odiarmi, non ho mantenuto la mia parola.
Non ho fatto niente per lei.
Anche io, l'ho lasciata sola.
Sono egoista.
Sto con le persone solo quando mi va, e poi mi allontano, scappo lasciandole sole e mi trovo di meglio da fare.
Mi odio, ma soprattutto mi faccio paura.
Perché?
Perché se sono così, ferirò tutte le persone che amo, e io ho immensamente paura di fargli del male.
Non dovrei legarmi a nessuno, e forse così potrei renderli felici.
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mascheradaguerra · 5 years ago
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20 marzo - coronavirus ansia
on ce l ho più fatta, oggi ho avuto un crollo nervoso, sarà il fatto di avere mio fratello lontano, mio padre lontano, il mio ragazzo lontano, il non avere certezze, sicurezze, l inquietudine di leggere sempre queste maledette cattive notizie, lo strazio della noia, il gatto che scappa e mi fa piangere perché avevo paura non tornasse più ma per fortuna son riuscito a ritrovarlo... Io non so quanto riuscirò a resistere a tutto questo, so solo che mi viene da piangere e non posso fare altro.. Alla fine sto facendo i conti con me stessa, con la mia anima che ormai è vulnerabile, fragile e si spezzerà facilmente in due... Non avrei mai potuto pensare che poteva succedere tutto questo, pensavo nella mia ignoranza.. Pensa se arriva fin qui, e c è arrivato fin qui questo maledetto virus, e io non so come reagire a tutto questo se non leggere notizie, cercandone disperatamente una positiva, ma alla fine non c'è niente di positivo a sapere che la gente muore e non avrà nemmeno un funerale o un ultimo saluto. Ho paura e la cosa più difficile è che ce la devo fare da sola..
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corallorosso · 5 years ago
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Caro Fontana, il tuo selfie da psicosi è un insulto all’Italia che affronta il virus con dignità Di Luca Telese La mascherina dell’ottusità, e il sorriso amaro del buonsenso. Se servivano dei simboli antitetitici e solari, per consegnare agli atti della storia la più grande epidemia di psicosi social che il mondo ricordi, oggi i giornali ce ne regalano due che sembrano fatti apposta per viaggiare insieme: la foto acchiappaclick e suicida del governatore Attilio Fontana, e l’intervista della donna guarita dal virus. La prima, purtroppo, farà il giro del mondo e diventerà un nuovo colpo per la già martoriata economia Lombarda: un karakiri-selfie. La seconda è la vera reazione dell’Italia civile. Una donna semplice, seria, che non vanta lauree in epidemiologia e spiega: “Noi saremo anche ignoranti, ma qualcuno ha soffiato sul fuoco della nostra ignoranza”. Ma partiamo da Fontana: Milano è diventata una ghost town, la settimana della moda è stata distrutta, i negozi chiudono, tutti spiegano che bisogna trasmettere messaggi che rassicurino la popolazione, per la prima volta nella storia la fila alla stazione centrale la fanno i taxi, e non le persone, e lui cosa fa? Dopo la scoperta della positività della sua collaboratrice, decide di auto-immortalarsi con la mascherina sul viso (forse ignaro, fra l’altro, che tutti i medici spiegano che coprirsi la bocca sia molto meno importante di lavarsi le mani). Cosa avrebbe dovuto fare Fontana? Probabilmente nulla, avrebbe arrecato meno danno. O, se proprio voleva, farsi riprendere mentre beve un flacone di amuchina (che almeno serve a qualcosa): ma la sindrome dei pieni poteri ha travolto anche gli insospettabili, ha reso visibile la grana grossa dei piccoli governatori-Stramanore (sia di destra che di sinistra, ovviamente, vedi il caso delle Marche) e allora ecco questa pubblica esibizione di narcisismo virale. Passiamo alla signora, invece. Dopo la morte di Adriano Trevisan, il primo decesso italiano che ha avuto come concausa il coronavirus, era stata subito sottoposta al tampone...: la donna è di Vo’ Euganeo, si sottopone spontaneamente alla prova per tranquillizzare quelli che ha intorno: “Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè. Tranquilli, ho detto ai miei amici, non sintomi, sarà negativo”. Invece, purtroppo, risulta positiva. I medici la ricoverano, per scrupolo. E lunedì mattina – come ci racconta Imarisio – è già tornata a casa, in “isolamento domiciliare fiduciario”: ovvero una quarantena autoimposta di 14 giorni. La sua degenza è durata appena un giorno e mezzo. Chissà cosa avrebbe fatto, questa donna di 47 anni, se avesse avuto la febbre mediatica di Fontana: probabilmente un film.Invece, la prima persona dimessa dopo una diagnosi che le assegnava una infezione da virus Covid-19 ci regala la più grande lezione di intelligenza applicata alla crisi: “Sono solo una persona che è andata a casa, come faranno presto tanti altri. Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli”. ... “Mi ha colpito il video di un signore con la mascherina. Sembrava in panico, diceva che ci infetteremo tutti…”. Finché: “A un certo punto si è tolto la mascherina. E ha detto di essere un malato di cancro, a cui resta un mese di vita. Noi, diceva, andiamo via nell’indifferenza generale, senza rompere i c… a nessuno, mentre voi state impazzendo per questa cosa qui. Ma non vi vergognate? chiedeva. Secondo me, ha ragione lui. Un po’ ci dovremmo vergognare”. ... Mi viene voglia di baciarla, questa signora. E di chiedere all’ansiogeno governatore Fontana, visto che è a buon punto – già che c’è – di imbavagliarsi da solo.
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how-to-destroy-a-monster · 5 years ago
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8. Sofia / The High Priestess (La Papessa) La Papessa è la seconda carta degli arcani maggiori dei tarocchi; è conosciuta anche come La Sacerdotessa, La Sacerdotessa di Iside, La sposa divina, Giunone. La Papessa rappresenta la conoscenza segreta in tutte le sue forme, come la legge, la scienza, il passato, il presente e il futuro. La dualità di questa carta rappresenta l'universo materiale e l'universo spirituale. Se il Mago lasciava fluire attraverso di se l'energia celeste trasformandola in attività e dinamismo, la Papessa tende a trattenere per se tutta la sua conoscenza. A rafforzare questa chiusura, sulla pergamena c'è scritto Tora (non la Torah ebraica), che rappresenta la conoscenza di una verità che non deve essere divulgata. Il volto della Papessa è emblematico. Non lascia trapelare nessun tipo di emozione. Questo perché l’emozione, come il pensiero, sono frutto di un’individualità, di un ego. La Papessa, essendo dualità, come il numero con cui è segnata, II, si dissocia da questo concetto. Lei è parte di tutto e non qualcosa che si distacca, ma qualcosa che si unisce. Al contrario della carta che la precede, il Mago, l’individualità viene superata dal tutto ed in questo si smarrisce. carta dritta: generalmente è una carta positiva, e indica consigli morali (per le persone rette). Risolve i problemi di coloro che mettono impegno nelle loro azioni, però non suggerisce le risposte. carta rovesciata: rappresenta ignoranza, ipocrisia, falsità, bigottismo e superficialità. Il contrario di tutti i significati generali. Indica cattivi consigli e diventa un peso per tutto ciò che è intorno. ha anche bisogno di lasciarsi coinvolgere dagli altri e dare sfogo alla propria passionalità e sessualità. In posizione rovesciata, saranno le carte a lei vicine a dare le indicazioni di questo coinvolgimento.
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